Oggi è il primo giorno dell’Avvento.
Pubblichiamo la lettera del Cardinale Matteo Maria Zuppi:
Carissimi,
inizia l’Avvento, tempo di attesa, che quest’anno ci prepara anche al Giubileo, tempo di perdono e speranza, di ripartenza, di memoria e desiderio. Viviamo una stagione piena di violenza, guerra e di un enorme dolore. Quante tenebre che entrano nei cuori, nelle menti, che armano le mani! Chiediamo pace.
Non possiamo abituarci alla guerra e anche alla convinzione che solo le armi possano risolvere i conflitti. L’odio produce odio, la violenza genera altra violenza. Non vogliamo che vincano “i solisti della guerra” e non vogliamo dimenticare la maturità raggiunta dall’umanità dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e “regredita a una sorta di infantilismo bellico”, come disse Papa Francesco.
Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza, come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. La guerra è un giudice iniquo che rende mio fratello un nemico, un danno collaterale, un pericolo da abbattere, un oggetto senza valore e dignità. Aspettiamo il Re della pace, la nostra speranza, che non delude. Ma la pace dobbiamo cercarla, chiederla, volerla con tutto noi stessi.
Dio viene, ma chiede a noi di non restare inerti, di svegliarci dal torpore, di fargli spazio, di essere artigiani di pace.
Tutti possiamo esserlo.
Non è mai senza conseguenze quello che facciamo nel male, ma anche nel bene. La prima cosa da fare è quella che spesso lasciamo per ultima, quando non sappiamo cosa fare. In questo Avvento chiediamo la pace, con insistenza.
La preghiera di intercessione ci mette dentro la vita di chi soffre e trasforma quel dolore in richiesta.
Questo è già tanto di sollievo per chi è nella tempesta della guerra: sapere che qualcuno pensa a lui e fa suo il suo dolore. Chiediamo pace per il mondo, per tutti i conflitti, a iniziare dall’Ucraina e dalla Terra Santa.
Dio ascolta la preghiera e questa si trasformerà sempre in solidarietà e accoglienza.
Vorrei che in questo tempo di Avvento recitassimo questa preghiera, ispirata da Papa Francesco, instancabile artigiano di pace, e che lo facessimo in ogni nostra celebrazione, nelle nostre famiglie, e anche ciascuno, nella stanza del proprio cuore.
Recitiamola almeno una volta al giorno, per essere uomini di speranza e perché venga presto il Natale della pace.

“Signore, che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, che vieni sulla terra per portare luce nelle tenebre, dona al mondo la pace. Donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace. Donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Amen”.

Dio ci benedica e il suo Natale porti al mondo la pace.
Bologna, 30 novembre 2024